venerdì 22 aprile 2022

Eurosostenibilità – La situazione energetica in Italia, a cura di Elisa Elettroimpianti (Crocetta del Montello)

 





Nel primo bimestre 2022 la domanda cresce del 2,1% e le rinnovabili coprono solo il 29,9%. L'idroelettrico perde oltre 3 TWh in due mesi. L'eolico copre il 9% della richiesta elettrica.


Questi dati sono desunti dalla redazione di qualeenergia.it


" La domanda di energia elettrica in Italia a febbraio 2022 è stata di circa 25,5 TWh, con un incremento del 2,8% sul febbraio 2021- osserva Giuliano Sartor, di Elisa Elettroimpianti srl di Cornuda (TV) -. Il dato che più risalta a febbraio è il basso apporto delle rinnovabili sulla domanda elettrica: 28,8% (a febbraio 2021 era stato del 33,6%). La causa è da ricercare nel crollo della generazione da idroelettrico, mai così bassa negli ultimi 10 anni: -51,3% sullo stesso mese di un anno fa. Continua il buon contributo dell’eolico che è la prima fonte rinnovabili nel mese, ma anche nel primo bimestre 2022.In termini assoluti le rinnovabili elettriche generano nel mese 7,5 TWh, contro 8,5 TWh del febbraio 2021. Questi alcuni dei dati forniti dal report mensile di Terna


Nel primo bimestre 2022, nel complesso, la richiesta di energia elettrica aumenta del 2,1% sul primo bimestre 2021.

Nel bimestre le fonti rinnovabili, con circa 15,8 TWh (senza contare l’apporto del pompaggio), hanno coperto il 29,9% della domanda elettrica contro il 34,3% dell’anno precedente: circa 2 TWh in meno, cioè -11,8%. È la quota percentuale più bassa per un primo bimestre da quattro anni a questa parte.


"La notevole siccità dei mesi invernali ha fatto scendere moltissimo la produzione nel bimestre gennaio-febbraio 2022 dell’idroelettrico: -42,4%, pari a -3,1 TWh sul periodo gennaio-febbraio 2021. Un calo solo in parte compensato dall’aumento della produzione dell’eolico (+11,3%) e del fotovoltaico (+25,6%), fonti che, insieme, danno +1,1 TWh rispetto al primo bimestre 2021. "



Fotovoltaico ed eolico hanno soddisfatto, rispettivamente il 5,6% e il 9% della domanda elettrica del paese.


L’eolico è al momento la prima fonte rinnovabile nel 2022 e da sola riesce a dare più dell’idroelettrico (7,4%). La bioenergia copre invece il 5,5% e la geotermia l’1,7%.

A fine febbraio eolico e fotovoltaico rappresentano il 49,2% di tutte le rinnovabili elettriche (lo scorso anno erano al 37,9%). Crolla invece l’idroelettrico che rappresenta nei primi due mesi dell’anno solo il 26,5% (nel 2021 era al 40,9%).



Tutti i dati statistici sono desunti dai rapporti mensili di Terna.

Terna porta avanti attività di pianificazione, sviluppo e manutenzione della rete, mettendo insieme competenze, tecnologia e innovazione per gestire al meglio la trasmissione di energia elettrica in alta tensione (transmission operator). Terna assicura 24 ore su 24 l’equilibrio tra domanda e offerta dell’elettricità in tutta Italia attraverso l’esercizio del sistema elettrico: una vera e propria gestione dei flussi di energia attraverso la rete, il cosiddetto “dispacciamento” (system operator).


Terna operea in un regime di monopolio secondo le regole definite dall’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente (ARERA) e in attuazione degli indirizzi del Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE).


Quotata in Borsa dal 2004 e con un flottante del 70% circa, Terna è anche un’azienda attenta all’efficienza, alla redditività e alle performance.

Terna è responsabile delle attività di pianificazione, sviluppo e manutenzione della rete di trasmissione nazionale (RTN) nonché della gestione dei flussi di energia elettrica che vi transitano.

"Ci assicuriamo che l’offerta di energia immessa nella rete sia costantemente uguale alla domanda, ossia ai consumi di elettricità. Il dispacciamento è l’insieme delle attività necessarie a mantenere questo equilibrio, 365 giorni all’anno e 24 ore su 24. Oltre a ciò progettiamo e sviluppiamo la rete seguendo un piano decennale di sviluppo.Le attività regolate rappresentano circa l'85% del nostro business, ma svolgiamo anche attività non regolate a supporto della transizione energetica, come energy solutions provider e con attività internazionali. Portiamo all’estero le nostre competenze e il know-how tecnologico sviluppato in Italia e lo mettiamo a disposizione degli operatori internazionali per lo sviluppo delle reti elettriche e per la gestione di sistemi complessi, la trasmissione, l’integrazione delle fonti rinnovabili e i sistemi di accumulo."

martedì 12 aprile 2022

GRANDILANGHE 2022 ALLE OGR A TORINO PER LA PRIMA VOLTA

 






Una sesta edizione di spessore per ripartire e capire le diverse sfumature di Barolo, Barbaresco e Roero

Milano, 11 Aprile 2022- Dopo lo stop forzato del 2021 dovuto alla pandemia, è finalmente tornata (e in presenza) la prestigiosa rassegna Grandilanghe, giunta alla sesta edizione, che è stata accolta con entusiamo da parte degli operatori horeca, media e da 50 buyers esteri accuratamente selezionati e provenienti da USA, Canada, UK e Scandinavia.

Grandilanghe, promossa come sempre dal Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani insieme al Consorzio Tutela Roero, ha visto protagoniste ben 226 realtà vitivinicole langarole, per la prima volta a Torino, nell’ottima e spaziosa location degli Spazi Ogr (Officine Grandi Riparazioni).

Un’altra novità di questa sesta edizione è stata di aprire anche ai wine lovers, nella giornata di lunedì 4 Aprile c.m. , in collaborazione con Ais Piemonte.

Borghi d’Europa ha partecipato con piacere a Grandilanghe, cogliendo l’occasione di poter comprendere da vicino le diverse sfumature di Barolo, Barbaresco e Roero e di tutte le denominazioni langarole in generale, al fine di comunicarle poi all’interno delle iniziative del percorso Eurovinum, i Paesaggi della Vite e del Vino.

Per la zona del Roero Docg Borghi d’Europa ha assaggiato come unici bianchi il Roero Arneis Docg 2022 e quello Riserva 2018 di Careglio di Baldissero d’Alb, il Roero Arneis Docg Riserva “Sru” 2019 di Antica Cascina dei Conti di Roero di Vezza d’Alba e ancora la Riserva Docg di Arneis “Sant’Anna” 2019 e lo Spumante Soeli 2018 di Arneis Docg di Cascina Lanzarotti di Monteu Roero.

Poi i rossi: interessanti i Roero Docg 2017 S.S. Trinità e la Riserva Docg 2016 S.S. Trinità Testun di Ridaroca di San Damiano d’Asti (At), il Roero Docg Riserva Canale 2016 dell’Azienda Agricola Pace di Canale (Cn) ed infine, sempre dalla medesima località il Roero Docg Bric Volta 2018 di Malabaila di Canale.

Capitolo Barbaresco Docg: ottime espressioni il Barbaresco Docg Serracapelli 2018 di Cecilia Monte di Neive, poi il Barbaresco Docg Faset Duesoli 2018 e quello 2017 di Piercarlo Culasso, il Barbaresco Docg Fratìn 2017  e la Riserva 2015 Vigna Giaia di Piazzo Comm. Armando di Alba, ed infine il Barbaresco Docg La Fenice 2017 e la Riserva Docg 2007 Piccola Emma di Pier Paolo Grasso di Neive.

Last but not least il Barolo Docg: qui Borghi d’Europa ha molto apprezzato il Barolo Docg Ravera 2017 e il Cannubi Docg 2018 di Rèva di Monforte d’Alba, poi il Barolo Docg 2017 del Comune di Barolo e quello Sarmassa Docg 2016 di Marchesi di Barolo, il Barolo 2017 Docg Bricco San Pietro di Anna Maria Abbona di Dogliani ed infine il Barolo Docg Pichemej 2017 e il Docg Bussia 2017 dell’Agricola Marrone, che ha presentato anche il nuovo e conviviale Langhe Rosato Dolcevita (70% Nebbiolo e 30% Barbera).

Indubbiamente, anche questa sesta edizione di Grandilanghe ha proposto eccellenze di Langhe e Roero, sia per le nuove annate, che per etichette un po’ più evolute, riconfermandosi come uno degli appuntamenti principe per l’enologia del Belpaese.

Evviva!

domenica 10 aprile 2022

Eurosostenibilità - La Governance : la trasparenza e la partecipazione- L'intervento della consulente Laura Panizutti


 


 



 



Il progetto Eurosostenibilità affronta nel 2022 i temi della sostenibilità nel mondo della finanza.

Partner di informazione di Borghi d'Europa in questo viaggio è la consulente finanziaria e patrimoniale Laura Panizutti di Conegliano.


"La normativa europea non obbliga a chi vuol proporre e vendere prodotti finanziari come sostenibili, di avere alcuni requisiti di governance."

In altri termini vi è un largo margine per l'intermediaio finanziario per essere 'opaco', per evadere le tasse, per essere gestito con il sistema delle scatole cinesi e,ciononostante, di poter comunicare i propri prodotti come sostenibili."


Un operatore che si ispiri invce alla finanza etica ha alle spalle governance e strutture societarie fondate sulla trasparenza, sulla partecipazione dei soci e dei clienti.

Le normative europee si occupano dei temi collegati alla trasparenza, ma li collegano al singolo prodotto finanziario, senza prendere in esame i comportamente generali di chi lo propone.


"I partecipanti ai mercati finanziari e i consulenti finanziari dovrebbero essere tenuti a dare informazioni precise circa i rischi per la sostenibilità (per i quali si intende un evento o una condizione di tipo ambientale, sociale o di governance che, qualora si verificasse, potrebbe provocare un impatto negativo sul valore dell’investimento); tali informazioni, infatti, sono necessarie per consentire agli investitori finali di adottare decisioni di investimento orientate al rispetto della sostenibilità. "


Ecco come Dino Donato Abate, Partner, Anna Travanini, Associate, Atrigna & Partners, delineano i temi della trasparenza :


"In concreto, i partecipanti ai mercati finanziari e i consulenti finanziari sono tenuti alla:


  • trasparenza delle politiche in materia di rischio di sostenibilità (art. 3) mediante la pubblicazione sui propri siti web delle politiche relative all’integrazione dei rischi di sostenibilità negli investimenti o nelle proprie consulenze per investimenti;

-trasparenza sugli effetti negativi per la sostenibilità a livello di soggetto (art. 4) mediante l’informazione sui principali effetti negativi derivanti dalle decisioni di investimento sui fattori di sostenibilità. In particolar modo, devono essere fornite: le informazioni sulle politiche adottate al fine dell’individuazione dei principali effetti negativi per la sostenibilità, con indicazione dei relativi indicatori; una descrizione dei principali effetti negativi per la sostenibilità e di qualsiasi azione adottata o programmata in merito; una breve sintesi delle politiche di impegno adottate e riferimenti all’osservanza di codici di condotta di impresa responsabile e delle norme internazionalmente riconosciute in materia di due diligence e reporting;


  • trasparenza delle politiche di remunerazione relativamente all’integrazione dei rischi di sostenibilità (art. 5) mediante la pubblicazione delle informazioni su come tali politiche siano compatibili con la sostenibilità;

-trasparenza dell’integrazione dei rischi di sostenibilità (art. 6) mediante informativa precontrattuale del modo in cui i rischi di sostenibilità sono integrati nelle decisioni di investimento e dei risultati delle valutazioni dei probabili impatti dei rischi di sostenibilità sul rendimento dei prodotti finanziari che rendono disponibili;


-trasparenza della promozione delle caratteristiche ambientali o sociali nell’informativa precontrattuale (art. 8): nel caso in cui un determinato prodotto finanziario vada a promuovere talune caratteristiche, generalmente ambientali o sociali, devono essere comunicate le informazioni su come tali caratteristiche siano rispettate; se è stato individuato un benchmark, se e in che modo tale indice di riferimento sia coerente con le caratteristiche promosse;


-trasparenza della promozione delle caratteristiche ambientali e sociali sui siti web (art. 10) mediante pubblicazione sul proprio sito web, ad esempio, della descrizione delle caratteristiche sociali o ambientali o del relativo obiettivo di investimento sostenibile e le informazioni sui metodi utilizzati per la valutazione, il monitoraggio e la misurazione di tali caratteristiche.

Alla luce del nuovo Regolamento UE, pertanto, i soggetti supra indicati sono tenuti a pubblicare, sui rispettivi siti web, informazioni circa le proprie politiche sull’integrazione dei rischi di sostenibilità nei processi decisionali relativi agli investimenti; essi, quindi, devono spiegare il processo decisionale sia nel caso in cui non sussistano rischi di sostenibilità rilevanti per il prodotto finanziario sia nel caso in cui, invece, tali rischi possano incidere sulla performance del prodotto finanziario; in quest’ultimo caso, saranno tenuti a comunicare in quale misura, in termini quantitativi e qualitativi, tali rischi siano rilevanti in quanto incidenti negativamente sui fattori di sostenibilità."



sabato 9 aprile 2022

Eurosostenibilità - La Sostenibilità sociale: evoluzione della normativa internazionale , a cura di Konsum srl

 


 



Da un punto di vista giuridico, la sostenibilità sociale significa intraprendere azioni utili per affermare i diritti economici, sociali, politici, culturali delle persone. Per questo, la sostenibilità sociale trova la sua prima tutela nelle dichiarazioni dei diritti dell’uomo.

Considerando solo la storia moderna, tali diritti sono stati messi in luce in una prima formulazione dalla celebre Magna Charta Libertatum inglese (1215). Cinque secoli dopo, in modo esplicito, la Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti (1776) proclamava il diritto alla vita, alla libertà e alla ricerca della felicità. Nel 1789, la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e dei Cittadini, promulgata in piena Rivoluzione francese, affermò che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge.

Durante il secolo scorso, a livello internazionale, i principi di sostenibilità sociale sono stati sanciti dalla Dichiarazione universale dei diritti umani, adottata nel 1948 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. E a livello continentale dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (1950), che ha istituito la Corte europea dei diritti dell’uomo, volta a tutelare le persone dalle violazioni dei diritti umani.

In una dimensione nazionale, i principi fondamentali della Costituzione italiana, in particolare nei suoi primi 4 articoli, mettono in luce le esigenze di sostenibilità sociale. Anche in ottica di politiche attive, pensando ad esempio al secondo comma dell’articolo 3 della Costituzione: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Oggi i richiami alla sostenibilità sociale sono espliciti e dettagliati in diversi punti dei 17 Sustainable Development Goals fissati dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

La sostenibilità sociale : gli impatti positivi – Le certificazioni Konsum

La sostenibilità sociale, quale garanzia e rispetto degli stakeholder interni ed esterni (lavoratori, fornitori, clienti, investitori etc.) ha impatti positivi sulla fiducia che questi nutrono verso l’azienda. Nel caso dei dipendenti, un maggiore attaccamento all’organizzazione aziendale per la quale lavorano e una riduzione del turn-over portano meno perdite di know-how e di talenti, meno dispendio di risorse e tempo nella selezione e nella formazione. Analogo discorso di loyalty può riguardare clienti e investitori.

Adottare pratiche di sostenibilità si ripercuote anche sulla catena dei fornitori. Lavorare con dei principi e delle regole di sostenibilità e con chi queste regole le rispetta, fornisce più garanzie e minimizza i rischi. In questo senso scegliere solo quei fornitori che si sono sottoposti a un processo di certificazione significa abbassare i pericoli di inadempienze e avere più garanzie di serietà e rispetto dei contratti. Con evidenti vantaggi sulla business continuity che più difficilmente subirà interruzioni legate a un mancato rispetto delle norme.

Dato che la continua crescita d’interesse verso comportamenti sostenibili porta alle aziende coinvolte benefici - anche consistenti - tanto in termini economici come d’immagine è importante che si vada oltre il semplice patto di fiducia tra azienda e consumatore o stakeholder. In altre parole, l’autodichiarazione non è più sufficiente. L’azienda dovrà garantire ai suoi clienti che quello che offre - prodotto o servizio - sia realmente sostenibile, e cioè che soddisfi un certo numero di criteri misurabili e certificati. E per farlo deve affidarsi a enti terzi che ne attesteranno l’impegno e l’effettiva riuscita.

Solo così la sostenibilità diviene un elemento riconosciuto, valido e oggettivo. Utile da sfruttare anche a fini di comunicazione e marketing.

La ragione per la quale un’azienda decide di intraprendere un percorso di sostenibilità confrontandosi con una parte terza è duplice e risponde a criteri:

1. “interni e di comprensione”. L’obiettivo è scoprire - attraverso il confronto con gli esperti dell’organismo di certificazione - il proprio grado di sostenibilità e, in base al risultato mettere in opera i possibili rimedi per migliorare la situazione. Un caso frequente è la volontà di capire se e quanto i propri processi produttivi si possano dire “sostenibili”.

2. “esterni e di comunicazione”. L’obiettivo è comunicare all’esterno - in primis a clienti e stakeholder - la propria adesione a politiche di sostenibilità che siano sul versante ambientale, sociale o di governance. Ovviamente, con la garanzia di una certificazione che ne attesti la validità e la qualità delle performance.

Le parti terze che operano per certificare i soggetti interessati utilizzano standard nazionali e internazionali, come UNI o ISO.

Il processo che porta all’adozione di queste norme non mai è immediato; una volta elaborate dagli enti normatori e messe sul mercato, esse entrano nella consuetudine gradatamente, soprattutto sotto l’impulso proveniente dalle grandi aziende, in genere le prime a decidere di farsi certificare secondo questi standard o a richiederne l’adeguamento ai propri fornitori o subfornitori. Questi, spesso aziende di dimensioni medio-piccole, avviano il processo di certificazione, così da ottemperare a una diretta richiesta dei loro clienti (restando dunque nell’albo fornitori). Due esempi su tutti.

La ISO 39001 ha avuto una certa diffusione poiché è indicata quale requisito necessario per partecipare a gare d’appalto indette da Anas-Autostrade, m


Konsum s.r.l. svolge in modo costante la sua attività nell’ambito del miglioramento continuo, garantito e attestato da due importanti certificazioni:

CERTIFICATO DI COSTANZA DELLA PRESTAZIONE / CERTIFICATE OF CONSTANCY OF PERFORMANCE N./No. 0474-CPR-0704
ATTESTAZIONE DI QUALIFICAZIONE ALLA ESECUZIONE DI LAVORI PUBBLICI (ai sensi del D.P.R. 207/2010)